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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Il permesso di sognare

Ieri qualcuno mi ha detto che a sognare sono solo gli stupidi. Credo che sognare sia una cosa libera a tutti, che non esistano corporazioni, che non occorrano permessi. Ma se una persona si è sentita di darmi della stupida, penso anche che le discriminazioni sono infinite,  proprio come le parole..e come i sogni.

Muoversi, per vedere più in là

Credo che muoversi, nel senso vero del termine, significhi crescere e vedere più in là. Tutte le volte che mi sono fermata, su una convinzione, su un opinione, su una strada, su una persona, mi si è chiuso l'orizzonte e quindi in un certo senso ho messo un punto e mi si sono chiusi gli occhi. Ma i punti non mi piacciono tanto, e nemmeno sentirmi persa, gli occhi poi, amo spalancarli. E la visuale mi piace se si allarga, non se si chiude. Quindi quasi sempre faccio io, in tante situazioni, il primo passo, e vado verso gli altri, verso l'universo. E non mi fermo davanti ad un improvvisa rabbia, ad un magari  anche giustificato rancore, ad una sensazione negativa davanti ad una situazione sgradevole. Questo perchè credo che rabbia e rancore, siano sentimenti sempre dannosi immessi nell'aria. E mai biodegradabili.

EVA CHIAMA EVA- LEADERSHIP AL FEMMINILE

Giorni fa ho scritto sulle sensazioni che mi ha dato la lettura di un libro sulla leadership al femminile. Non conosco personalmente il dott. GIUSTINIANO LA VECCHIA, autore del manuale, ma mi sento di dire che lui conosce me, conosce le donne in carriera, conosce le risorse umane, conosce l'evoluzione della persona. E questo l'ho evinto da una frase del suo libro che cito: "Proprio perchè la leadership è appannaggio di tutte le organizzazioni, anche la famiglia non ne è esclusa." Da questo concetto ho compreso che in teoria, anche noi donne  possiamo essere delle ottime manager e addirittura delle leader. EVA CHIAMA EVA di GIUSTINIANO LA VECCHIA edito da BONANNO EDITORE Donne, se volete illuminarvi...

L'AMORE SI RIDUCE

Quando un amore finisce, mi dice la mia amica Monica, a cosa si riduce? A poche immagini fisse, le mani sul corpo, la vena di un collo, un lenzuolo sgualcito dal sudore e dalla furia, una vetrata che divideva la realtà, dal sogno. Ricordi di sensazioni neanche particolarmente magiche, ma custodite nel tempo e dalla memoria e rese uniche. Se finisce bene, con la civiltà dei sentimenti, allora è un ricordo che cresce in tenerezza e stupore. Se finisce male, tra le mitragliate di parole, allora non è più nemmeno un ricordo. E' un qualcosa che si riduce, fino a sparire.

UN LIBRO CHE FA BENE A NOI DONNE

Mi è stato consigliato un libro "EVA CHIAMA EVA" che leggendolo mi ha fatto un gran bene. E che vorrei regalare a tutte quelle come me, che hanno dato al loro senso di colpa il certificato di residenza. Perchè? Perchè è stato scritto da un uomo che sa benissimo come siamo in perenne equilibrio precario, con i nostri molteplici ruoli. Che dentro ad una donna ce ne siano 3 è risaputo e anche un pò banale da dire, come anche dire che cercare di non fare scontrare quel 33% cercando di privilegiare sempre una conciliazione più umana, sarebbe per noi donne l'optimum. Ma è questo il concetto che io ne ho ricavato dalla lettura del libro, anche se non sono una manager, anche se la leadership ce l'ho solo su me stessa, anche se mi sento di dire,senza presunzione, che mi ci sono ritrovata in pieno e mi ritengo una persona fortunata in questo. Perchè sono nella norma, rientro nella casistica che sguazzando nell'amore di cuore di madre, di moglie e di figlia sta imp

Come stai?

Credo che la domanda più diffusa che si faccia, sia proprio questa; come stai? Contemporaneamente,credo anche sia quella a cui si menta di più. Oppure che si risponda un po' distrattamente, un po' per abitudine, e un po' perche non si ha troppo voglia di dire come si sta, veramente. O magari perchè non si vuole affrontare la persona che te lo chiede, magari  è una frase che tu avresti voluto sentire in altri contesti e in un altro tempo, ma che allora non è arrivata a scaldarti il cuore. E ora per quella frase è tardi. Allora butti lì un : bene dai..senza andare avanti, senza recriminare una mancanza, senza dire io stavo male, avevo bisogno di te ma tu, dov'eri? Si sorride, e si va avanti ma rimangono  i lividi. E si pensa che comunque si, a quel come stai si può rispondere. E che fondamentalmente, malgrado tutto, è tutto a posto.

IN VIAGGIO SUL MIO VISO

Prima di andare al lavoro la mia faccia richiede attenzione. Alzandomi dal letto, passo distrattamente davanti allo specchio per un occhiata di consuetudine, e lo specchio mi rimanda un 'immagine. E allora mi domando: di chi è mai quel viso? Mio forse? O di una che dormendo non ha potuto combattere l'insediarsi di quelle due rughe lì, in mezzo alla fronte. Vado in bagno e comincio a studiare le espressioni che dovrò fare con la gente, con le persone che mi chiederanno di questo o di quello. E metto su un bel sorriso che fa sempre bene, e scopro che quelle due fossette intorno alla mia bocca, sono il mio marchio di fabbrica, il mio lasciapassare alla giornata che verrà. E mi sorprendo a piacermi, con la consapevolezza che quella lì, sono sempre io. Per fortuna. E allora esco di casa con un pò di fondotinta sulle gote, un occhio acceso dal mascara, un rossetto tenue ma comunque con tutte le carte in regole per aggredire la vita. Accorgendomi che è bello andare al lavo

L'autunno della vita

Quando si giunge all'autunno della propria vita,  ha un senso ripercorrerne le tappe e indagarne il significato,  il valore di quello che si è vissuto nelle altre stagioni? Ce l'ha un senso? Chiedersi se siamo riusciti a catturare la magia di un raggio di sole d'estate, se ce l'abbiamo fatta a viverla e a renderla nostra quella stagione fantastica , o se ci siamo perduti e ci siamo sentiti sperduti nel profondo di un abisso, mentre la primavera della nostra vita chiedeva solo di essere ascoltata,  ammirata e scoperta. Ce l'ha un senso? Se si è arrivati fino qui, forse si, un senso ce l'ha, anche per vivere in pieno il nostro autunno.

Il bisogno d'innamorarsi

Preme a volte, il bisogno d'innamorarsi. Parole, sguardi, dettagli e visioni. La vita che si rigenera, la casa che sembra stretta, le nuvole che si colorano di rosso, comandi a cui non si presta attenzione, qualcosa di diverso tra le diversità. Essere felici e dire ciò che si sente. Poi  sentire mancare il fiato e deglutire. Respirare e illudere le cellule. Sapere di poter stare bene, scordare le ombre, sapere che qualcosa d'importante sfuggirà. Non è tutto sotto controllo quando ci si innamora. A pensarci bene, che bello!

IL CESTO DELLA BIANCHERIA SPORCA

L'unica cosa che non rimane mai vuota in una casa, è la cesta della biancheria sporca. Per quanto noi donne ci affanniamo a svuotarla, lei imperterrita, si riempie. Eppure nel momento stesso che è priva di indumenti puzzolenti, una frazione di secondo pari ad un fulmine, beh, diciamocelo, godiamo, ci sudano le mani, proviamo una sorta di intima soddisfazione, inspiegabile vista da fuori e per chi non bazzica la zona lavanderia, ma per noi donne, impagabile. Ma è un qualcosa che dura poco. Poi si torna a fare la moltiplicazioni dei panni e dell'odore di pesce fradicio.

La grammatica, questa sconosciuta

Sono un disastro in grammatica. Quando consegno i manoscritti alla mia editor si mette le mani nei capelli. Mio figlio mi ha detto che su "po" ci va l'apostrofo non l'accento. Rileggendomi trovo un sacco di errori. Mea culpa, sono ignorante. Mi dicono che è la sostanza e non la forma, che contano nella vita. Mica tanto vero. Non so stare tra le righe, inciampo nelle mie stesse doppie. Vado spesso fuori tema. E sposto i confini. Male, fa male questo, mai farlo. Ma anche in geografia, sono una schiappa.

Mai lavare la macchina

Mai lavare la macchina di sabato, domenica piove o c'è una nebbia che te la infeltrisce tutta. Matematico. Certo se è così putrida che ti vergogni a girare, si deve fare. Ma quel "deve" ti frega. Il giorno dopo quel verbo lo paghi. Una volta la macchina si lavava quando c'era un matrimonio imminente, oggi non ci sposa più, quindi ti tocca trovare un'altra scusa. Nemmeno il bambino che ti piscia sul sedile è una giusta causa. Ormai i pannolini sono più resistenti di una muta da sub. Poi hanno il fluf.. ore e ore a capire cos'è stò cavolo di fluf. Si pronuncia flaf.. Qualcosa che ha sostanza, si tratta di un mistero di sostanza. Ma i bambini lo sanno bene, sei tu che sei ignorante. Comunque la macchina più che lavata andrebbe disinfettata, esaminata e eliminati i batteri. Ma per quello  l'autolavaggio è inutile, chiamerò  i RIS.

Che film mi consigli mamma?

Mio figlio è un amante del cinema e spesso mi chiede: che film mi consigli mamma? Io sorrido, e penso a come cambiano i tempi e vedendo i film che ci sono in programmazione oggigiorno che parlano di vampiri, di arrampicatori sociali, di social network e tdi vari tipi di comunicazione che non mi appartengono, mi vengono in mente i miei film, quelli che mi han fatto sognare. Ricordo la potenza di un amore nel tempo come "i ponti di Madison county", di "Innamorarsi" dove due persone che per amarsi provavano sensi di colpa indicibili, di un guerriero come William Wallace che in "Bravehart" andava contro tutto e tutti ma difendeva un ideale, di un "Mission" dove uno strepitoso De Niro mi faceva amare l'avventura e una realtà a me sconosciuta. E allora mi chiedo come possa trovare interessanti i "miei film", non scanditi da una parolaccia ogni  2 minuti, senza una bottiglia in mano, farciti di parole inutili e dove ai silenzi si cambia

LA PASSIONE

La passione, io credo, per qualsiasi cosa o persona si provi, ci mette davanti a noi stessi e ci aiuta a conoscerci meglio. Provare una passione è come prendersi una vacanza dall'inquietudine e dalla noia nello stesso tempo, e t'infonde una carica vitale che non ha pari, che non puoi ignorare e che ti spinge a vivere al massimo le tue emozioni. La potenza di un "provare" ti può lasciare spiazzata e incredula e quella che vedi attraverso alle azioni che compi non sei tu ma un altra, una che sente una passione. Ma  in realtà sei sempre tu. Chi viene attraversato da questa sensazione la sente e la cerca, la coltiva e la  insegue. Senza saziarsi mai. La precarietà però non preoccupa, come non preoccupano le parole assolutamente superflue. Ci sei dentro tu, e ti fa stare bene. Si dice tanto, io dico di più. E quando si riceve questo dono, è bene ringraziare.

X FACTOR E I SOGNI

Mi è sempre piaciuto xfactor, l'ho seguito dall'inizio e continuerò a farlo. Possono cambiare rete, conduttori e direzione artistica, non m'interessa, è l'essenza del sogno che m'interessa. L'idea che una ragazza o  un ragazzo partano da casa, chiedano un permesso al lavoro, che può essere di qualsiasi tipo, barista, segretario, o precario, e vadano ad inseguire il sogno della vita. S'impara a sognare, perchè il sogno ti porta sempre un pò più in là di dove sei. E una volta imparato non si smette più di farlo, perchè è carburante per il cervello, per l'anima e il cuore ne trae beneficio. Anche se va male, anche se ci sono degli stop, credo che riempire dei canali aperti, sia vitale per la vita che si vive. Mettersi in fila con un numero, può sembrare ai più un qualcosa di assurdo. Per quelli come me, inseguire un sogno è andare avanti, alzarsi al mattino, salire sulla macchina e lasciare che quello dietro di te fermo al semaforo, sbraiti e urli pe

METAFORA SUL TRADIMENTO

Ieri mi si è rotta la lavatrice. Mi sono sentita tradita era lì fedele, nel mio bagno,con me da 15 anni. Un abbandono incomprensibile. Il tecnico mi ha spiegato la causa della rottura, ha insinuato  che l'ho curata poco, e così facendo mi ha lasciato a piedi. Che botta! Che metafora esistenziale! Questo mi ha portato a rivedere tutta la mia vita, quante volte ho permesso che questo accadesse nei miei rapporti? Davvero in periodi di trascuratezza si può cedere alla tentazione di mollare tutto e spaccare tutto quello che si è costruito? Via i bulloni e le viti e bang! Il cestello della centrifuga in mille pezzi, proprio come noi. E l'anticalcare a cosa si paragona, alla cura che si mette nelle relazioni? Quante volte trascurando qualcosa e qualcuno  sono stata abbandonata?

GERRY SCOTTI, UNO CHE NON FUGGE

Mi è sempre piaciuto Gerry Scotti, uno  cui puoi tranquillamente guardare da lontano e augurargli la buonanotte. Senza essere retorica vi dico che mi sembra uno di famiglia, uno che entra in casa mia, si siede al mio tavolo apparecchiato alla bella meglio e spezza  una michetta, c'infila un pò di salame e se lo gusta con me. Uno che si versa un bicchiere di sangiovese di mio suocero, ride e non urla, non si altera quando io gli dico che sono interista. Credo che sia uno che non fugge, che ha coraggio, che rischia, uno che si siede sul divano e non affonda in inutili discorsi, uno che non si aspetta niente da te. Uno che si commuove e non si vergogna di farlo. Uno vero, uno che incontri quando porti fuori il cane e non si nasconde dietro una pianta. Basta questo per me per dire che Gerry, è uno di noi.

Uomini come ricostituenti

Nell'universo femminile che conosco, frequento e assaporo, i discorsi sulle relazioni sono più o meno sempre quelli. Traffici sottobanco, amori impossibili, amicizie speciali per poche elette. Ho capito anche un altra cosa, nel tempo, che gli uomini sono "usati" tante volte come ricostituenti, da prendere all'occorenza. Brutta come considerazione? Forse. Si è girato il modo di vedere le cose, il mondo? Forse. Fatto sta che il marito, il fidanzato rimangono tali, intoccabili, lì, sul piedistallo. E gli altri, i multivitaminici, nell'armadietto dei medicinali, chiusi a chiave. Vige, ovviamente l'ipocrisia, nascosta anche lei, in bagno.

Le lacrime che ricorderò del 2011

Se c'è un'immagine televisiva che più mi è rimasta impressa nel 2011, è quella del ministro Fornero al pronunciare la parola "sacrificio". Certo è stato un anno che ci ha consegnato dolori forti, e tante tante lacrime disperate di donne maltrattate, massacrate, umiliate. Ma lei. Lei spiegava i tagli alle pensioni, e quella parola gli si è strozzata in gola. Chissà se un uomo sarebbe riuscito a pronunciarla uscendone indenne. Io credo di si. Quella donna ha avuto una sorta di empatia con il dolore degli altri, che in quel momento è diventato anche il suo, e forse ci ha fatto capire che una politica femminile è una politica un pò più umana. E forse anche capace di occuparsi davvero di noi.

Toccare i libri

Quando entro in una libreria mi isolo, perdo la cognizione del tempo, se qualcuno mi cerca non rispondo, sono con i libri, in buona compagnia, non mi può succedere niente. Incontro libri che sembrano avercela con me, copertine che catturano la  mia attenzione, ho un bisogno assoluto di toccarli, girare le pagine, accostarli al mio nasone e annusarli. In libreria, se si riesce a sedersi, scordarsi il mondo attorno è  tutt'uno. Amo tutto di una libreria, la disposizione, la catologazione, l'odore, la musica soffusa, i commessi silenziosi e gentili, i segnalibri e le frasi degli autori famosi sui muri. Alda Merini, poetessa indimenticabile e indimenticata diceva di sentirsi una piccola ape furibonda, io  in libreria mi sento un ape impazzita che vola di fiore in fiore, di libro in libro e ne assapora l'essenza. Emozioni intense per chi sa di cosa sto parlando.

Vivere all'attacco

Mi piacciono le persone che sanno "vivere all'attacco". I centravanti, per intenderci. Quelli che  vanno avanti per la loro strada, rispettando quello che sono, il loro temperamento, il  loro carattere. Superano gli ostacoli e costi quel che costi fanno gol. Decisi. Chi vive in difesa non si fida di nessuno, non osa, guarda da dietro occhiali scuri. Tutti e due i modi di vivere sono rispettabili, s'intende, ma se fossi un calciatore, io vorrei sulla mia maglia stampato un bel numero 9.

L'amore non ha bisogno di parole

Assoporare un film muto e in bianco e nero,  nel 2012 può spaventare, in realtà è gustarsi una delizia di film. E' ambientato nel 1927, in America e l'attore George Valentin  cade in disgrazia per l'avvento del sonoro. Il declino è per lui inevitabile, mentre una stellina (sua fan) diventa la star di Hollywood. Ne nasce una storia d'amore tenerissima in grado di scalfire anche i cuori più duri. Un amore che si trasforma in carità, dove l'omino, caduto in disgrazia, rinasce  solo grazie a lei. E tutto questo perchè la donna si mette da parte e usa il suo amore incondizionato e muto per guarire il divo spento. E per farlo risplendere ancora, evitando alla sua personalità comunque forte, di splendere di luce propria. Ora ci chiediamo se un uomo è capace di provare questo tipo d'amore. Dedizione assoluta, costanza e spontaneità d'animo. Sacrificio. Ho capito dalle espressioni e dai gesti perchè il sonoro non serviva. L'amore, quando è così grande,

Riconoscersi come persone

Il fatto che riesca a scrivere su un Blog come questo, è per me una cosa notevole, sul piano personale è una sensazione intensa. Non penso di avere una dimensione artistica, certo ho scoperto la passione per la scrittura quando magari per qualcuno era tempo di smettere.. ma  tant'è che non sono una scrittrice, sono una che scrive. Materializzo su un foglio o su un p.c, pensieri sulla civiltà dei sentimenti che fanno sempre fatica ad emergere, considerando che viviamo di fretta, di volgarità, di idee sommerse. Sono stata fortunata, ho incontrato persone di spessore che non si sono fossilizzate solo sul mio ruolo di donna, ma hanno saputo riconoscere una possibile "ricchezza" nei miei componenti. Hanno capito che ho coltivato l'impossibile per renderlo possibile, hanno capito che sono una che non sorvola la vita. Bisognerebbe sempre parlare senza pudore di quel mondo sommerso che sono le relazioni, discreto e silenzioso, magari fatto solo di sguardi tr

Il magico potere delle parole

Continuo ad essere suggestionata, presa, catturata dal magico potere delle parole. Ci sono parole  che si dicono tutti i giorni senza pensare al significato, ma che messe a nudo, analizzate, ti danno qualcosa di più. " Negativo" per esempio può avere una brutta valenza se ci fermiamo al suono, alla superficie del termine. Invece è una parola bellissima, positiva, che ti può cambiare la vita. Pensateci. Non tutto quello che sottrae, toglie, sminuisce ha il potere di farti tornare il sorriso. Negativo, invece si.

L'odore della notte

La notte ha un suo odore particolare. Mi piace quel suo essere decisiva. Si, perchè credo che sia proprio in quel contesto che si decide di avere un futuro. Nella notte si pensa e gettano le basi per il giorno. Credo che dipenda anche dal buio, dal silenzio che la notte ci offre. Elementi che aiutano il pensiero ad essere più chiaro, più fluido. Nella notte le persone e le situazioni appaiono più chiare. Eppure tu sei li, con gli occhi chiusi e non dovresti vedere niente. Invece si materializzano tra i cuscini e un quadro sospeso. Limpide. La notte disegna per te facce, gli dà un'espressione, colora le emozioni. E a te sembra di amarle di più, ti aiuta a darle un anima. E ne senti persino l'odore. Chi di notte dorme, perde l'essenza di tutto ciò, vive di più magari, ma ama di meno.

Perchè le donne scrivono?

Spesso mi chiedono perchè scrivo. Anzi, per la precisione, cosa spinge una donna normodotata come me, a raccogliere dei pensieri e metterli su carta, in questo caso sul Pc. Non sempre so cosa rispondere, ma poi penso ai miei sogni. Io volevo essere un libro, da sempre. Io ho bisogno di scrivere, le donne hanno bisogno di scrivere, e il rapporto tra le donne e la scrittura credo sia stato spiegato bene da Proust. Infatti ha scritto: un libro è il prodotto di un "io" diverso da quello che manifestiamo nelle nostre abitudini, in società, nei nostri vizi. E' solo in fondo a noi stessi che possiamo cercare di comprenderlo, questo "io", cercando di ricrearlo dentro di noi. Bella o brutta che sia, la scrittura  delle donne è un cercarsi. Le donne si cercano dentro di loro, dentro a se stesse, cercano il loro"io" diverso da quello "delle loro abitudini private e pubbliche, e dei loro vizi. Scrivere è un pò come dire: io non sono esattamente il l

Le donne, un mistero assoluto.

Ho appeno terminato di leggere un libro di Stephen Hawking, un astrofisico illustre. Racconta di se, della sua vita di ricerca continua, del suo vivere da scienziato "normale". Parla di come è facile studiare l'universo se si è interessati a conoscerlo. Facile per lui che ha una mente superiore con un quoziente intellettivo altissimo, io ammetto che certi concetti che spiega, non sono riuscita a comprenderli e a farli miei. A me interessa l'universo femminile e quindi nel mio piccolo paragono le galassie alle varie tipologie di donne, le nuvole e i capricci atmosferici alle nostre paranoie, le isole che costellano gli oceani  a pensieri da evitare per non rimanerne impigliati...qualche similitudine tra la donna e l'universo l'ho trovata. Eppure lui,  alla fine del libro ha ammesso candidamente che quello che tiene più impegnato la sua mente da scienziato è lo studio del cervello delle donne, per lui ancora un mistero assoluto. Stephen-Rosalba :0-1

Jobs, regole di vita

Ho connosciuto la personalità di Steve Jobs solo dopo che è morto. Lo ammetto, non sapevo chi fosse fino a quel 5 ottobre del 2011. Attraverso i media ho imparato un pò della sua filosofia di vita, la famosa esclamazione : stay hungry, stay foolish  io  l'ho appresa in tv. Ma la cosa che più mi ha incuriosito di lui è stato sapere che definiva 3 eventi tragici della sua vita, come il licenziamento dalla Apple, il fallimento all'università e il suo tumore, un occasione che il cielo gli aveva dato per rimettersi in gioco. L'unica cosa che gli interessava davvero era proprio giocare al rilancio con la vita. E' stato anche quello un modo di vestire dei sogni e farne realtà. Un grande insegnamento. Anche l' ideogramma cinese di "crisi" si scrive come quello di "opportunità". Ciò mi fa pensare che il sole si può trovare anche dietro a nuvole scure.

Le rughe nel cervello

A studio aperto oggi ho sentito di una donna che ha fatto 100, dico 100, operazioni estetiche per assomigliare a Barbie. Alla figlia di 7 anni ha regalato per Natale un buono per una liposuzione e a quella di 17, ogni anno regala sedute di botox.. Tutto questo accade nella "open" Inghilterra. Mi son sempre piaciuti gli inglesi, così ironici, così "brithish" e ligi all'etichetta, me li sono sempre immaginati a righe, con quegli strani cappellini portati su teste cotonate,  colorati, non grigi come la loro Londra, con in mano un bel bicchiere di bourbon, con le gote bianche e rosse, e gli zigomi sorridenti. Ma questa donna ha voluto essere un'altra, ha rincorso un immagine di plastica, si è data un identità liscia, e ha messo da parte la sua vera personalità per indossarne una, quella di una bambola. Mi auguro che le sue povere figlie però riconoscano un giorno sua madre dalle rughe che ha nel cervello, e che la mandino affanculo.

Giorgio Ciao

Mi piaceva lo scrivere asciutto di Giorgio Bocca. Era uno che diceva quello che pensava senza girarci intorno, in un certo senso credo che anche lui sia stato uno che mi ha inspirato. Quando andavo alle elementari la mia maestra Giuseppina mi scriveva spesso questa frase sul quaderno: sei andata fuori tema. Io mi arrabbiavo e non capivo. Riempivo il quaderno di " cornicette" (ai miei tempi si usavano) e lei mi scriveva: devi abbellire il quaderno di concetti non di inutili disegnini. Devo dire che l'ho anche detestata. E dopo che ho iniziato a leggere Giorgio Bocca ho compreso cosa voleva dire la mia maestra. E ora la ringrazio. Il suo scrivere senza sovrastrutture, senza artifici, la sua semplicità nel descrivere i fatti della vita e i loro protagonisti mi ha arricchito molto. E ora, come la mia maestra Giuseppina, anche lui mi mancherà

Se i maya parlano di fine io gliela canto

In questi giorni sto affinando ( si dice così?) la mia capacità di stare dentro alle situazioni. L'imprevisto, mi ha spesse volte, portato a scappare,  e anche se mi sono sempre definita una "coraggiosa", la fuga a volte mi è sembrata la strada più facile. Ora ci sono stì  Maya che ci vorrebbere già morti e sepolti e io invece mi sento più viva che mai. E non ci stò. M'impegnerò per rompergli le uova nel paniere. Quindi scappo sì, ma solo per andare in Messico per cercare di fargli cambiare idea. Poi non bastasse, gli elencherò tutte le cose che ancora devo fare e vedere, negli anni a venire. Gli dirò che non posso non vedere mio figlio laurearsi, mio marito andare in pensione, la mia magica INTER vincere la Champion, la quindicesima serie di "distretto" e il mio parrucchiere Davide farmi i capelli di nuovo biondo platino. E poi non ascoltare il nuovo cd del mio Liga, il silenzio delle mie montagne, i botti del capodanno del 2030... Io ci voglio st