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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

La vita: l'occasione.

Molte ore della mia vita, le ho trascorse ad osservare il cielo. Guardandolo, ho sfogliato con la memoria, i pensieri dei grandi pensatori che nei secoli, hanno subito il fascino di una visione simile. Come si fa a rimanere indifferenti all'immensità? Credo che ogni tanto, volgere gli occhi al cielo con tutte le sue stelle, apprezzare la dolcezza della luna, e capire che ci stiamo sotto, proprio come una coperta, sia un modo per rendersi conto che la vita è un qualcosa di sublime, e che va vissuta sempre al meglio in quanto OCCASIONE. Unica e irripetibile.

E loro applaudono..

Quando è stato rieletto Napolitano, sono rimasta folgorata dagli applausi. Non mi esprimo a riguardo, non è il mio campo, la politica, mi riferisco al gesto in se'. Energico e forte,  di mani che si uniscono per compiacere qualcuno. E mi sono chiesta: applaudono a loro, alle loro mancanze, ai loro difetti? O ad un maestro che li ha messi in riga, ricordandogli che è ora di finirla? Loro applaudivano. Chissà se si sono chiesti il perchè.

Il mio libro: io sono pronta.

Uscirà fra un mese, il mio romanzo. Finalmente. Chi scrive sa di cosa parlo, chi ha un sogno nel cassetto anche, sa quante speranze riposte, sa di quante notti ad occhi spalancati. Non ho mai smesso di farlo, nessuno è riuscito a farmi cambiare idea, il mio romanzo, è sempre stato il mio. Mi sono domandata più volte, quanto è entrato di me, quante verità, quante fantasie. E quanto sono riuscita a trasmettere, a chi leggerà, le sensazioni che le persone mi hanno passato. Se un pugno di emozioni, basteranno a far comprendere, il significato del libro. Se "lo scavalcare la recinzione", sarà giudicato, o rispettato. Comunque sia, io sono pronta.

Ciò che era nulla, in nulla finisce.

Gli amori finiscono. Capita. A volte senza preavviso, altre con qualche evidente segnale. Solo che ti ricordi sempre le ultime immagini, e ripensi ai momenti di "non amore" che hai vissuto. Invece di pensare al viaggio fatto, all'inizio, a quello che c'era nel mezzo, tu ricordi il testamento. Per la mia rubrica sulla Voce di Rimini, ricevo spesso mail di persone che vengono mollate senza saperlo. Nel senso che l'altra persona sparisce, si nega al telefono, evapora. Senza spiegazioni, senza dire: basta così. Nel nulla. Ecco, forse è proprio questo l'arcano, bisogna solo rendersi conto che l'altra persona era solo un ologramma. E che svanisce nel nulla, ciò che era nulla

SIAMO TUTTI COLPEVOLI

Mi sento colpevole da sempre. Ogni tanto qualcuno me lo ricorda.. La vita quotidiana ti costringe a fare i conti con te stessa, per dei genitori da cui hai preso il volo, per una terra da cui hai preso le distanze, per la bambina che eri e che non sei più. Difficile far comprendere agli "altri", che ne avevi bisogno. Che altrimenti non vivevi, che era giusto così. Eppure ai loro occhi sei colpevole. Di poco amore, di poca carità. Nessuno capisce le tue esigenze, giudicano, sparano a zero, ferendo anche. I figli non si fanno perchè devono essere il bastone della tua vecchiaia, i figli sono del mondo, vanno lasciati liberi di andare. Indipendentemente da te. Difficile da capire? Allora saremo sempre tutti colpevoli, amen.

Catena Fiorello: pane, sole e calore.

Sono di parte, lo ammetto, amo questa donna. E' uscito da poco il suo nuovo libro ed è un successo strabiliante. E questo perchè leggendolo ti scaldi, esce calore da quelle pagine, e aroma di limoni, profumo di pane appena sfornato. Una meraviglia. La mia amica Catena racconta la vita, ripercorre con una sensibilità sopraffina, la sua infanzia, il suo crescere in una famiglia che è musica, magia, frittate di patate, sogni. Ma anche normalità, sussurri, sacrifici. Ho visto il bucato steso di sua madre, e gli sguardi intensi e sicuri dei ritorni, tra le righe di questo libro vero. Bisogna rimanere semplici fino all'ultimo, per scrivere così. Bisogna considerare la vita come uno splendido dono, come un bene infinito che dà modo di vedere il mondo, con gli occhi di una bambina.

Un Derby di dolore

2 uomini fantastici ci hanno lasciato. Uno a Milano e l'altro a Roma. Uno appassionato del Milan e l'altro che mentre dormiva, citava tutta la formazione dell'Inter. Un peccato. Per la musica d'autore una grave perdita, perchè non erano certo banali. Ne etichettabili. Si magari del Califfo si può dire che "ha vissuto parecchio", che sulla sua pelle sono passate molte canzoni, per lui e per altri interpreti. Ma il Califfo era il Califfo. E a me piace ricordarlo così, come un dongiovanni romantico. Inimitabile. Ed di Enzo si potrà dire che "aveva orecchio", parecchio anche, e che l'originalità dei suoi testi è storia, come anche quel suo modo di cantare impreciso. E che il "non sense" delle sue canzoni, ha dato un senso a gran parte della musica italiana. Che peccato, davvero.