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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

MAGGIO

Maggio è finito. Occhi color del cielo, angoli della bocca in giù. Non l'ho potuto osservare, se non dalla finestra di un ospedale, e sto scrivendo l'odio e l'amore che provo per questo mese. Se potessi dare un nome alla parte di me che si nasconde, la chiamerei sicuramente: maggio. Da bambina amavo maggio, il mese del mio compleanno, il mese del rifiorire di tutto, il mese del sole e della mia preparazione alla vita. E' lo scatto di un attimo questo, istantanea fugace dei miei primi 50 anni, di chi in maggio rivede una stagione perduta. Ora maggio è il mio ritratto con angoli della bocca in giù. L'amarezza di chi ha sempre amato il cielo limpido, e se lo vede trasformare in grigio. E forse è proprio il colore che non mi piace. Indefinito, ne di qua ne di là.. No, non fa per me.

Quando GIORGIA

Risentire ora una canzone di WHITNEY HOUSTON cantata da GIORGIA in finale di uno strepitoso concerto, prende nel mio cuore una piega diversa, purtroppo. Pensare che è un omaggio, non solo perchè è una tra le grandi che ammiri, ma anche perchè sei lì a ricordarla, ti fa ancora più male. Giorgia è perfetta nell'esecuzione, raffinata, calibrata, emozionata, ma non me la ricorda nel suo fare di star insoddisfatta, perchè lei, GIORGIA, la supera. Giorgia è umana, ha un anima che traspare, non è patinata, non è artificiale. Forse è quello che WHITNEY ci voleva far capire, guardatemi, ma non sono io. Questa che vedete e sentite è la mia stratosferica voce, ma la mia disperazione voi non la vedete. E non a caso Giorgia a scelto un testo del repertorio di Whitney dal titolo emblematico: EXHALE.. "Per ciascuna vittoria qualcuno deve fallire, ma arriviamo ad un punto in cui esaliamo l'ultimo respiro.." Esalare, appunto, se respiri artificialmente, vivi anche arti

L'amicizia erotica

Per la rubrica che curo sul "Il Resto del Carlino" ricevo molte mail che trattano questo tema, magari senza nemmeno saperlo. L'amicizia erotica è un gioco che spesso però si trasforma in qualcosa d'altro, se non si gioca alla pari. Nel senso che se poi si rivendicano diritti che non ci sono, uno dei due soffre, ed è quasi sempre la donna che ci rimane male, perchè è abituata ad attribuire alle storie, elementi di comunicazione profonda, una certa emotività, cercando di coniugare la chimica del sesso, con l'affinità di sentimento. Perchè c'è sempre una componente affettiva, che richiede la donna, anche se non lo dice, se lo aspetta, forse perchè non è capace di leggerezza e di disimpegno, forse perchè si sente come "usata", pur avendo stabilito delle regole a priori. E spera sempre nell'evoluzione di una storia, anche se per l'uomo, è una "non storia".

La mia prima poesia.

" Si baciarono sulla panchina, davanti al muro del senza domani. Vissero un  capitolo del loro libro, e con un taglio netto e silenzioso, lui se ne andò via usando la bicicletta come una spada sul orizzonte. Si dice che la pagina strappata, sanguina ancora, e che quel bacio sulla bocca,  abbia ancora il suo eco".

Un sorriso pulito sarà la risposta migliore al mondo

Il sole va giù a volte anche nella tua vita. Cerchi brandelli di verità, ripercorri incertezze, carezze avute, t'impegni a vedere la risalita del sole, domattina. Ancora. Speri di non essere stata una riproduzione sistematica e casuale.. A volte anche fuori tempo. Stonata.. Ma sai che ti puoi salvare sfoderando il tuo migliore sorriso. S'impara a vivere anche da un tramonto: guardatelo che stile!

3 cose.

L'intensità del pensiero, vince la distanza. 3 cose. Un gesto dolce, gli occhi accesi su un viso, un ricordo, possono mantenere una vicinanza. Si può vivere nella mente di qualcuno, e gli attimi vissuti insieme, possono essere il filo d'Arianna che ti conducono a quel qualcuno, quando le occupazioni del quotidiano, ti costringono a spostare il tuo pensiero, altrove. E così capita che mentre pulisci l'insalata, o rifai il letto, tu ti senta dentro quella persona, fegato, cuore, polmone o milza. E anima. Frantumata, legata, tacita dentro un emozione.

Neanche una parola

Ho un amica che ha dato alla sua malattia, l' ulcera, un nome e un cognome. Credo che abbia ragione, si chiama meta-medicina, ci si ammala anche per qualcosa e per qualcuno. A volte anche per se stessi. E questo succede perchè non ci rispetta a sufficienza, si da cento non avendo indietro mai nulla. Ci si fa calpestare da parole e gesti. Ma non lo dico perchè oggi è un giorno un pò così, lo dico perchè ci credo. E l'autostima che anch'io penso di disporre, non sempre la calcolo. E seguendo nel ragionamento la mia amica, so anch'io dare un nome ad un male. L'incomunicabilità per esempio, la lingua che s'ingrossa e non mi permette di pronunciare neanche una parola alla presenza di alcune persone, ha il loro nome.