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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

Il marito- faro

Amo i fari. Li vedo da sempre come icone della condizione umana. Certo rappresentano un elemento caratteristico dei paesaggi marini, io li identifico come l'unica indicazione della rotta. La luce di una vita, che ti conduce in acque sicure. Tanto che in un mio romanzo c'è un marito-faro, l'ho voluto inserire per dare una guida ad una delle mie donne. Nel libro gli uomini hanno tutti dei soprannomi, non ho volutamente dar loro un nome. Questo perchè sono dei mezzi, attraverso di loro le mie donne si conosceranno, sbaglieranno e capiranno tanto. Non mi sento di sminuire il loro ruolo, senza di loro, nessuna di loro, avrebbe capito mai.

Le pecore..due palle la notte.

La notte è sempre un po' dura da mandar giù.. è come una noce che tu schiacci, te la mangi ma poi ti rimane lì, sulla lingua a pizzicarti. E poi hai caldo e poi c'hai freddo, e tiri su la coperta e la tiri giù. E sospiri e respiri, e ti dici adesso dormo, ma la sveglia lampeggia l'ora e tu sei sempre lì, che conti le pecore e poi le metti in fila, portando tutto il gregge a dormire. Almeno lui.

..ma mi ascolti?

Un monologo è un monologo. Un dialogo è fatto a due voci. Chiaro no? Eppure a volte tu ti confronti con persone che parlano per conto loro, viaggiano su un binario morto, all'apparenza sembra che siano lì ad aprirsi ad un pensiero, a condividerlo con te, e tu sei lì, a pendere dalle loro labbra, e aspetti il tuo turno per controbattere, per annuire anche, per dire che sì, per dire che no, non sei d'accordo. E loro blaterano senza appello, poi spostano lo sguardo e si perdono. E parlano con loro, per loro. E in quel momento ti attraversa nel cervello l'icona del "cestino". Ecco mi faccio un bel proposito, visto che non sanno che esiste lo scambio, queste persone le lascio sul loro binario.

Difendere le proprie emozioni

Dico sempre alle mie amiche di difendere sempre le emozioni che hanno vissuto. Questo perchè bisogna sempre sapere incassare bene le bugie feroci, e salvarsi la vita non significa lasciare e dimenticare, significa ricordare e sorridere di quello che è stato. Ci sono pellicole che si girano, magari anche da soli,  e che prima o poi vanno al macero, ma le hai fatte, brutte o belle che siano le hai vissute, perchè rinnegarle? Convincersi di questo, è come andarsene con il pensiero via da quello che è stato, senza rimpiangerlo mai. Avere una disciplina dei sensi e dei sentimenti non sempre è facile, si ama, non sempre si riesce a fingere di provare quello che si prova, perchè magari si sa che potrebbe finire. Ma difendere un sentimento si deve, anche con il ricordo.

Col cuore di plastica si vive in eterno.

Conosco persone col cuore che pompa coca cola, col cuore sintetico. Possono lavarlo e strapazzarlo dentro la centrifruga dei sentimenti tante volte  anche a quaranta gradi. Incredibilmente sembra mai usato. Se ci passi sopra un panno umido,  riesci persino a togliere la polvere sedimentata da anni di vita  e torna a splendere in quelle sfumature che troppo spesso non si notano. Plastificato. Certe persone ce l'hanno plastificato. Il rivestimento gli garantisce una perfetta tenuta. Non si usura, e anche se ci sono amori folli e  un passato da rimpiangere,  non succede nulla, non si sgualcisce.  Non ha pieghe, è  pure liscio e imbottito: Attutisce i battiti. Niente eco ai sussulti, niente sussulti alle emozioni, niente emozioni. Quel silenzio sterile accompagna lo scorrere del tempo. Certe persone vivono per sempre così, al riparo da fonti di calore. Come plastica inanimata.

Chiedere scusa.

E' così difficile chiedere scusa? Intendo dire..capire di aver sbagliato i tempi, capire di avere ferito una persona, eppure non riuscire a dire: mi dispiace. Chiedere scusa quando si sbaglia, non è perdere la dignità, ma è averla . E'avere le palle di ammettere che si è fatto un errore. perchè nella vita si può sbagliare, per gelosia, per amore, per ingenuità, per rabbia, per non sapere.. Si sbaglia per imparare, per crescere, per maturare. Perchè non si è perfetti, si è umani. E c'è ancora chi crede che chiedere scusa, non sia gentilezza e sensibilità, ma debolezza. Invece, ogni tanto, fare un passo indietro, è salutare. Perchè di umiltà non è mai morto nessuno.