Dicembre mi piace.
È un mese pesante ma importante,
brillante con coni d’ombra pazzeschi.
È sicuramente un mese contraddittorio, non sai se volergli
bene oppure no.
Quando chiedo alle mie amiche: Come vi sembra questo mese?
Mi rispondono che lo amano molto ma che molto lo combattono.
Perché è
bellissimo respirare quel clima di festa,
pensare ai regali, a cosa cucinare
per il pranzo con i parenti.
Ma che poi ci sono i parenti, le spese da
affrontare per far contenti tutti, le mancanze, i ricordi.
“ Sai” mi dice la
mia amica C. “ sto fuori tutto il giorno alla vigilia,
compro cose, scambio
sorrisi e abbracci,
poi torno a casa e vorrei trovare tutto e tutti al proprio
posto,
compreso le persone”.
Già.
Siamo vulnerabili, e le mancanze si sentono come il
calore sulla pelle di un ustionato.
Ci entrano dentro, vibrano facendo un gran
male.
E magari vorremmo addormentarci in questi giorni e svegliarci a febbraio.
Ma poi siamo concrete e ancora una volta indossiamo gli
abiti della rinascita.
E d' improvviso la voglia del Natale ci ritorna,
cominciamo
a girare per negozi con l’affanno di chi non ce la fa,
ma ce la facciamo,
confezioniamo con le nostre mani i pacchettini regalo,
facciamo cose belle,
stringiamo mani,
sorridiamo e ci vestiamo di rosso.
Così,
tanto per vedere il bicchiere sempre mezzo pieno.
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