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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Greta e la nostre ansie quotidiane.

È   un tema caldo quello ambientale.  Lo devono aver compreso bene anche i pediatri d’Italia che per il loro congresso nazionale svoltosi in questi giorni a Paestum, hanno invitato Greta Thunberg.  Che ha declinato l’invito, ma che d’ambiente, anche grazie a lei, si è parlato comunque in relazione all’educazione alimentare, agli sprechi e al cambiamento di clima come fonte di preoccupazione, fino ad arrivare alla parola “ emergenza. In questo disgraziato periodo, molto usata. Da madre, penso spesso alla madre di questa ragazza che ha scosso le coscienze del mondo e mi chiedo quale saranno state le sue prime parole da piccina: l’universo si sta dilatando, mamma non metterti la lacca? Perché è un po’ difficile immaginare che un bambino, abbia questo tipo di ansia. In un adulto le cause di ansia sono, in ordine casuale: le scadenze, timbrare il cartellino in orario, il futuro, l’assemblea di condominio, Donald Trump, gli ingorghi, il rimmel che cola, aspettare qualsiasi cosa, la

PIEGHE NEL CUORE CHE NON SI STIRANO

PIEGHE NEL CUORE CHE NON SI STIRANO. Novembre, e lo so per certo,  è un mese  sommerso da molte altre cose: un lavoro che filerà liscio, i panni asciugati da piegare,  un frigorifero da riempire,  delle mail da leggere, un vetro da pulire, un controllo da prenotare,  la benzina da fare. Cose così. Un mese un po' così..da vivere naturalmente, senza eluderlo,  sorpassandolo magari,  mettendoci una porta, una via d'uscita.  Per poi prendere, e andare. Oltre. Oltre lo sconquasso di un ricordo. Odio le ricorrenze, ma ci sono.  Odio questi sbalzi di temperatura, ma ci sono. E' un qualcosa che non mi so spiegare,  ma so di avere come tanti, le pieghe nel cuore.  Pieghe che non si stirano. Che sono lì in quanto tutto torna, e non ci vogliamo ingannare, sono lì per accogliere chi abbiamo amato e che non c’è più.. Ce le abbiamo tutte: servono per conservare il ricordo. Non so voi ma io, distante da un altro corpo io mi addormento,  so farlo,   ma il pensie

Punto sull'esaurimento nervoso.

A volte non hai voglia di dare spiegazioni ad un malessere alla quale non sai dare un nome nemmeno tu. Ed è un po' come quando picchi il mignolo del piede in uno spigolo, e gli altri ti chiedono: come hai fatto? Non lo so come ha fatto, non lo so che cosa mi attraversa. Vedo solo che mi sale l'amarezza quando vedo il mondo livellarsi verso il basso, quando non trovo corrispondenza tra parole e fatti, quando l'etica del lavoro alcuni non sanno nemmeno che significa, quando ti ricattano con sensi di colpa, con mancanze. Come stai Rosi? Benissimo. Punto sull'esaurimento nervoso. Tutto qui.