Dalle mail che ricevo (grazie)
tante e spesso dolorose,
capisco che c’è un indice d’infelicità notevole,
e
anche se cerco di sdrammatizzare con un po’ d’ ironia,
una riflessione
s’impone.
Bisogna saper riconoscere
l’autosabotaggio che è dentro ad ognuno di noi, per essere felici?
Di recente ho letto un manuale di
un’esperta della crescita personale: Luminita Saviuc.
Ebbene sappiate che sembra che passiamo la vita a inseguire
la felicità con oggetti e persone quando invece con un semplice vero e proprio
protocollo comportamentale, il risultato è garantito. La parola d’ordine è lasciar
andare, dare un taglio netto a tutte quelle abitudini che ci generano
dolore, rabbia, stress e sofferenza. La scoperta dell’acqua calda, direte voi,
però, qualcosa di questo studio, a me intriga, perché pensiamoci bene, cos’è
che ci frega? L’autolesionismo, la mania del
voler controllare sempre tutto, la lamentela, i pensieri negativi, il
pretendere di avere sempre ragione. Sapete una cosa? Io da quando ho capito che
non dovevo più vivere la mia vita assecondando le aspettative altrui, rinunciando
a voler impressionare gli altri, e accettando i cambiamenti che inevitabilmente
con la maturità arrivano, sto meglio. Già Darwin l’aveva capito, con la sua
teoria dell’evoluzione: il cambiamento è forza. Quindi amici di questa rubrica:
provate a nuotare sfruttando la corrente, invece di contrastarla, e vi
accorgerete di quanta strada riuscirete a fare.
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