Ieri, guardando alla tv un’inchiesta girata nei maggiori
supermercati italiani,
facevo una riflessione su come l’introduzione delle casse automatiche,
facevo una riflessione su come l’introduzione delle casse automatiche,
avvenuta in ottica
di innovazione aziendale, sia ancora,
per chi ne dovrebbe usufruire,
un
qualcosa di difficile da avvicinare.
È evidente che il
lato umano è decisamente messo da parte,
ma umano con che finalità?
Quello
dello sfogo gratuito visto come valvola di scarico che,
al consumatore finale, sembra spetti di diritto?
Nell’ inchiesta,
si parlava della sgradita sorpresa che avevano trovato alcuni consumatori abituali di un supermercato milanese, trovandosi davanti a quella nuova realtà.
si parlava della sgradita sorpresa che avevano trovato alcuni consumatori abituali di un supermercato milanese, trovandosi davanti a quella nuova realtà.
Il filmato registrava il malcontento, il brusio e le molte persone che
abbandonavano la fila della ex “cassa umana” ora automatizzata,
si
accodavano dietro i carrelli pieni delle persone che facevano una spesa nelle
casse tradizionali.
In questo modo però
la fila si era allungata e le persone hanno dovuto rimanere in piedi parecchio.
Intervistate
dal giornalista, però, alla domanda “perché preferisce aspettare in coda” loro
rispondevano: “ Perché privilegio il lato umano ad una macchina”.
In realtà, una
volta arrivate a pagare, riversavano poi tutta la loro frustrazione sulla
cassiera.
Sarà che quando
la gente è repressa, cerca il suo pungibaal in qualcuno che non si può
difendere?
Ma torniamo al
lato innovativo.. siamo sicuri che un risparmio sui costi del personale non si
tramuti in realtà in una perdita di clientela?
E soprattutto come potrebbe il
cliente chiedere in moglie la cassiera in questo modo:
“Vuoi tu prendermi
come tuo legittimo sfogo?”
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