E niente.
Agosto se ne sta andando portandosi con se,
l’afa, la
tristezza di un ponte crollato con tutte le sue conseguenze umane e disumane,
un mese distratto, confuso tra l’essere “il mese delle ferie degli italiani”
o “quello
attraversato da immani tragedie”.
In questa riflessione, solitamente leggera,
non posso fare a meno di chiedermi non solo il perché di tanta non curanza,
e soprattutto cosa avrei fatto io,
cosa avreste fatto voi nei panni degli
abitanti di Genova, della Calabria,
di un Italia martoriata da un certo tipo di
disinteresse per la cosa pubblica.
Disamina che mi propongo di fare ad ogni
terremoto, ad ogni disgrazia annunciata.
Ma che poi rimando, e continuo nella
mia vita di sempre: apparecchiando la tavola,
sbucciando i fagiolini, correndo
come sempre.
Quindi è il nonostante tutto che ci fa andare avanti?
Sembra infatti che quando qualcosa di ineluttabile accade,
tutto spazzi via.
Invece no.
Si continua a postare foto sceme sui social,
facciamo pensieri leggeri,
incentiviamo le fantasie che
attraversano la nostra mente senza spazio temporale,
così, a random.
Troppo vero?
Troppo cruda come riflessione sul nostro stato “ di Stato”?
Pensateci.
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