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A Cavezzo, la guardiana del faro.

Capita di conoscere da anni una persona, andare alle feste aziendali con lei,
fermarsi sulle scale a parlarle di un turno,
farle i complimenti per una bel taglio di capelli,
e poi non sapere niente della sua interiorità.
Ci sono tanti aspetti edificanti che rimangono lì, nascosti,
dietro le pieghe di un bel vestito.
Andare oltre, sotto la pelle e l'anima delle persone,
ti fa scoprire aspetti inediti, nobili,
tratti comuni a tutta l'aria del volontariato,
che non fa notizia, che non si vede, che  è quasi invisibile.
In prima linea c'è molta gente così,
solo che apparentemente è uguale a te che ti lamenti,
a te che sbatti i piedi se c'è la fila alla cassa..
Invece..
La mia amica Gabriella voleva fare la guardiana del faro, "da grande".
Era il suo sogno, dettato da quel talento quelle qualità che solo un'anima così può avere.
Intanto è un mestiere romantico, a contatto con un umanità diversa,
una natura che insegna,
un modo per ritrovare la libertà e staccare dalla routine.
Stamattina la Gabri è partita per Cavezzo,
centro terremotato e bisognoso del suo aiuto,
della sua umanità.
Non le ho chiesto: perchè lo fai?
So che chi DA, RICEVE A SUA VOLTA.
Inutile spiegarlo a chi ha un cuore che pompa coca cola...
Io sono sicura che in qualche modo anche  lì, tra le macerie e senza il mare,
lei saprà fare la guardiana del faro, saprà dare luce,
perchè la passione e la dedizione di cui  lei è  portatrice sana
è veramente contagiosa.



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