Quando avevo tredici- quattordici anni non mi piacevo.
Non mi piaceva il mio corpo goffo,
i capelli che tenevo legati in una coda di cavallo,
che più che altro sembrava di topo,
i brufoli che mi riempivano la faccia,
passavo il tempo a sognare di andare via dal mio paese.
Proiettavo il sogno di uscire dagli argini sperando in una grande pioggia,
in una piena che mi portasse fuori.
E questo mi distraeva, come volevo,
da me stessa, dalla mia immagine.
Poi crescendo ho compreso l'importanza di avere delle radici,
di saper riconoscere un profumo di una terra,
e ho sperato in un sole perenne,
quando la mia figura di donna si è fatta avanti,
facendomi riconoscere per quella che sono.
Ora capita che qualcuno mi faccia notare che ho il sedere grosso,
ma adesso la grande pioggia la sogno per quel qualcuno.
Ora a sparire voglio che siano gli altri.
Non mi piaceva il mio corpo goffo,
i capelli che tenevo legati in una coda di cavallo,
che più che altro sembrava di topo,
i brufoli che mi riempivano la faccia,
passavo il tempo a sognare di andare via dal mio paese.
Proiettavo il sogno di uscire dagli argini sperando in una grande pioggia,
in una piena che mi portasse fuori.
E questo mi distraeva, come volevo,
da me stessa, dalla mia immagine.
Poi crescendo ho compreso l'importanza di avere delle radici,
di saper riconoscere un profumo di una terra,
e ho sperato in un sole perenne,
quando la mia figura di donna si è fatta avanti,
facendomi riconoscere per quella che sono.
Ora capita che qualcuno mi faccia notare che ho il sedere grosso,
ma adesso la grande pioggia la sogno per quel qualcuno.
Ora a sparire voglio che siano gli altri.
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