Uno a Milano e l'altro a Roma.
Uno appassionato del Milan e l'altro che mentre dormiva,
citava tutta la formazione dell'Inter.
Un peccato.
Per la musica d'autore una grave perdita,
perchè non erano certo banali.
Ne etichettabili.
Si magari del Califfo si può dire che "ha vissuto parecchio",
che sulla sua pelle sono passate molte canzoni,
per lui e per altri interpreti.
Ma il Califfo era il Califfo.
E a me piace ricordarlo così,
come un dongiovanni romantico.
Inimitabile.
Ed di Enzo si potrà dire che "aveva orecchio",
parecchio anche,
e che l'originalità dei suoi testi è storia,
come anche quel suo modo di cantare impreciso.
E che il "non sense" delle sue canzoni,
ha dato un senso a gran parte della musica italiana.
Che peccato, davvero.
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