Mi sento colpevole da sempre.
Ogni tanto qualcuno me lo ricorda..
La vita quotidiana ti costringe a fare i conti con te stessa,
per dei genitori da cui hai preso il volo,
per una terra da cui hai preso le distanze,
per la bambina che eri e che non sei più.
Difficile far comprendere agli "altri",
che ne avevi bisogno.
Che altrimenti non vivevi,
che era giusto così.
Eppure ai loro occhi sei colpevole.
Di poco amore, di poca carità.
Nessuno capisce le tue esigenze, giudicano,
sparano a zero, ferendo anche.
I figli non si fanno perchè devono essere il bastone della tua vecchiaia,
i figli sono del mondo, vanno lasciati liberi di andare.
Indipendentemente da te.
Difficile da capire?
Allora saremo sempre tutti colpevoli, amen.
Ogni tanto qualcuno me lo ricorda..
La vita quotidiana ti costringe a fare i conti con te stessa,
per dei genitori da cui hai preso il volo,
per una terra da cui hai preso le distanze,
per la bambina che eri e che non sei più.
Difficile far comprendere agli "altri",
che ne avevi bisogno.
Che altrimenti non vivevi,
che era giusto così.
Eppure ai loro occhi sei colpevole.
Di poco amore, di poca carità.
Nessuno capisce le tue esigenze, giudicano,
sparano a zero, ferendo anche.
I figli non si fanno perchè devono essere il bastone della tua vecchiaia,
i figli sono del mondo, vanno lasciati liberi di andare.
Indipendentemente da te.
Difficile da capire?
Allora saremo sempre tutti colpevoli, amen.
mi viene in mente una favola ;
RispondiEliminaUn vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco," dicevano "un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto". Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito". Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull'asino. Così sono portati entrambi dall'unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l'indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l'asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi". Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci".