C’è
una ballata che gira nelle radio,
che non solo accarezza l’udito di chi la ascolta,
ma fa pensare parecchio.
Può una canzone avere una funzione riflessiva? Può.
È interpretata da Cesare Cremonini e ha come titolo “ Nessuno
vuole essere Robin”.
Questa canzone, parla delle contraddizioni della società
moderna,
dove spesso le persone nascondono la loro solitudine
e fragilità
dietro la smania di essere popolari a tutti i costi: “Ti sei accorta anche tu, che siamo tutti più soli? Tutti col
numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori. Ti sei accorta anche tu,
che in questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin”
Perché Robin è uno che sta dietro
alle quinte, è un comprimario.
Non è Batman, non è un supereroe come noi che
siamo tutti dei re su facebook, sui social,
tutti a fare gli espertoni disquisendo
su qualsiasi argomento,
complicando le relazioni " come un cruciverba",
rimanendo a distanza di sicurezza dietro ad uno schermo,
mostrando il lato migliore di noi con la maglia del
numero 10,
non prendendoci però mai la responsabilità di tirare un rigore.
Forse
perché si potrebbe sbagliare nel farlo?
E soli.
Capaci solo di rapporti superficiali.
Forse perché non siamo più in grado
di amare qualcuno che abbia una propria parola,
delle proprie idee, una propria
personalità,
abbiamo paura del confronto, di accogliere la diversità
dell’altro.
Di rispettarne il senso, dell'altro.
Facciamoci qualche domanda “se preferiamo dormire coi cani” .
Forse
diamo al cane il ruolo che dovrebbe essere di un compagno?
Forse perchè è più
facile così?
Bravo Cesare. Bravo davvero.
Commenti
Posta un commento