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SPARIRE: desiderio o necessità?

Si spera sempre, quando scompare qualcuno, che quel qualcuno,
abbia VOLUTO sparire in maniera VOLONTARIA.
Che sia stata una sua scelta "l'allontanarsi da se'",
da un identità che sembra non aderirgli più.
Ma l'identità è importante,te la sei costruita sbagliando, agendo,
frequentando i luoghi e assaporandone pregi e difetti.
Volerla perdere, significa fare uno sforzo enorme,
per RIPENSARSI E RICOSTRUIRSI.
I casi di sparizione degli ultimi tempi,
ci portano a pensare,
che la vita che viviamo, non ci assomiglia più,
e l'incapacità di adattarsi ad essa,
ci porta a vivere in una posizione di estraneità e distacco.
Io non so cosa scatti, a livello d'inconscio,
in una persona che fa questa scelta.
Sento però amiche e conoscenti dire che "non ne possono più",
che il peso di una vita che è difficile da vivere,
è sempre più insopportabile,
che vivere, dovrebbe essere "più semplice".
Parto, non so se torno.. mi ha detto un' amica ieri..
Ma fuggire, allontanarsi dagli affetti,
per fortuna rimane un ipotesi solo PIRANDELLIANA per i più,
perchè diciamolo,per sfuggire ad un ruolo,
ad una società che ci imbastisce di regole,
ci vuole coraggio.
Magari per re-inventarsi una vita ce ne vuole poco,
bastano due soldi in tasca, un paese nuovo,
la voglia di abbracciare culture diverse.
Spesso un amore nuovo...
Ma a lasciare quello che noi insistentemente "contestiamo",
ce ne vuole di più.
Questione di equilibrio? Forse.
Ma solo chi sa cosa  sta attraversando,
sa cos'è la voglia di evadere veramente.
Io mi limito a postare una frase di SOCRATE che è anche nel mio libro:

PERCHE' TI MERAVIGLI TANTO SE VIAGGIANDO TI SEI ANNOIATO ANCORA?
PORTANDOTI DIETRO TE STESSO,
HAI FINITO DI VIAGGIARE PROPRIO CON QUELL'INDIVIDUO,
DAL QUALE VOLEVI TANTO FUGGIRE.



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