Di recente ho scoperto l’Opera,
sarà che l’imminente
apertura del Galli mi elettrizza,
sarà che invecchiando si apprezza di più il “bel
canto”.
Ed è impossibile per me non fare una riflessione su “Carmen”, la protagonista
di Bizet,
paragonarla a tante vittime di femminicidio dei nostri giorni,
e constatare
che dopo 150 anni, nulla è cambiato.
Carmen è la rappresentazione più famosa
della prima vittima,
la prima ad essere accusata
di “essersela cercata”.
E c’è un attimo che
accomuna la vicenda dell’ottocento alla storia di tante donne di oggi che ne sottovalutano i segnali.
Anche
lei accetta “ l’ultimo appuntamento” da Don Josè.
L’ultimo appuntamento che si rivela
poi fatale. Non è cronaca questa?
Quello che succede nella vita è carta carbone
di una storia antica,
oggi i mezzi ci comunicazione ci mettono a conoscenza che
ogni giorno,
una donna muore per mano di un suo ex.
Carmen non è solo una donna
rivoluzionaria, che a fatica comincia a conquistare dei diritti e li rivendica,
è anche una femmina piena di risorse che
mette a disposizione per contrastare un ambiente fortemente maschilista,
una
donna che paga con la vita la sua scelta di cambiare partner e vita.
Carmen è la
vicina di casa che viene stalkerizzata, è l’amica che ti dice “ se lo lascio mi
ammazza”, è una donna dell’ottocento che lotta per essere avanti,
degli anni
duemila.
Senza sapere che, anche in questo millennio, nulla è cambiato.
Rosalba Corti
IL RESTO DEL CARLINO RIMINI TUTTI I DIRITTI RISERVATI
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