La serata di sabato primo agosto del Mystfest di Cattolica, si chiuderà con un concerto di Morgan per piano e voce. All’artista verrà assegnato il premio dedicato alla memoria dello scrittore Andrea G. Pinketts. In piazza Primo Maggio infatti, sarà lui a ricevere il riconoscimento dedicato allo“ Sceriffo di Cattolica a un personaggio della cultura eclettico e Pinkettsiano” (questa la motivazione).
Questo premio è un onore per me. Quando ho saputo che Cattolica mi
premiava ho ripensato che Pinketts aveva sempre con se un amico del cuore. Mi
sono emozionato molto. Ho pensato che proprio il 1 agosto del 2005, io e lui
avevamo suonato e cantato Modugno per tutta la notte, e pura coincidenza,, 15
anni dopo, ricevo un premio in suo onore. Davvero grato. Ho conosciuto Pinketts
a Milano, abbiamo frequentato luoghi culturali per anni e mi è sempre stato
molto caro, l’ho ritenuto sempre una figura di grande acume, un analista
interessante soprattutto sui comportamenti umani. Aveva un approccio
antropologico con le persone, uno studioso della psiche. Però devo anche
rilevare un dato: era difficile comprarlo, orientarlo, come tutte le persone
libere. E questo sta succedendo anche con me, A tratti ci sembrava di essere
gli ultimi della società nel senso che non abbiamo avuto attenzione da parte di
chi comanda, da chi può aiutare, finanziare, mettere nella posizione di creare,
di lavorare serenamente. Come io mi definisco un “ Paria” come lo era Kerouac ,
Come Rimbaud, assorbire la poesia dalla natura, dalla strada dal popolo e non
semplicemente perché la si studia dalla posizione di un accademico o di un
privilegiato, no proprio perché ci si è buttati dentro e anche compromessi. Io
ricordo con grande romanticismo questa nostra amicizia, un compagno di bohème.
Passeggiare con lui era un qualcosa all’insegna della bellezza e dei versi. Era
un estremista nel linguaggio, della cultura, Osceno direbbe Carmelo bene, fuori
dalla scena. Era il poeta dell’inaccettabile.
"Essere
Morgan. La casa gialla" è l’ultimo suo libro.
Si ma è solo in parte un’autobiografia, in realtà è il
dramma della perdita della mia casa.
Cito uno
frase di De Andrè nel suonatore Jones: un ridere rauco, e ricordi tanti e
nemmeno un rimpianto.
Io ho pianti non solo rimpianti. La gioia e
il dolore li sento molto. Io sento molto il dolore, e quando il dolore arriva
io lo esprimo col pianto. Il rimpianto è un pianto per quello che è perduto, il
rimpianto è inutile è il famosissimo piangersi addosso. Soprattutto è un
momento transitorio, ma ci sono dei momenti della vita in cui il futuro non si
vede, e li parte il rimpianto. E pensi a quante cose hai perduto, ho perduto
amore, denaro, credibilità, stima. Io ho perduto la luce dello sguardo, quella
l’ho perduta.
È molto severo
con se stesso.
Io sono completamente vilipeso, sono
considerato per il 2% di quello che in realtà valgo. E non è presunzione. Non
trovo di essere compreso. Soprattutto in Italia. L’Italia non vive insieme alla
creatività, vive insieme al denaro.
E dell’ingegno Romagnolo che mi dice.
La Romagna merita una medaglia. E non è
piaggeria. L’Italia è piena di persone ospitali, ma a voi non vi batte nessuno.
La Romagna Docet , è un’eccellenza, dove le persone hanno a che fare con il
prossimo in maniera unica. Bisogna imparare da voi a relazionarsi. Sono le
persone che fanno il bello o il brutto di un posto. Poi il genio di Fellini e
Tonino Guerra, sono riusciti ad esprimere anche visivamente la capacità di
mescolare. Nelle immagini di Fellini ci sono una quantità di informazioni
apparentemente non connesse e discordanti tra loro, che lui riesce in un
immagine ad abbracciare e a dare un senso di combinazione che funziona.
Quanto è surreale
tutto questo?
Il surreale è uno stile che in Romagna
funziona. Il sogno, il circo, le puttane, la religione, elementi di un’umanità che Tonino Guerra e Fellini hanno saputo far confluire in un qualcosa che
si è concretizzato ed è volato per tutto il mondo. Ecco perché vi meritate una
medaglia!
Rosalba Corti
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