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La "giusta" ambizione.

Quando mia madre era giovane,
60 anni fa, 
l’ambizione non esisteva come concetto al femminile. 
Le bambine crescevano già rinunciatarie in partenza, 
e l’impegno familiare era motivo di distoglierle da un ipotetico lavoro. 
Io, nel mio piccolo mi rivolgo alle madri: insegnate alle vostre figlie femmine la giusta ambizione perché nella vita, ne avranno sempre bisogno. 
E murate l’idea che è  “è inutile impegnarsi troppo perchè tanto poi non si avrà il tempo per fare tutto”, non è vero, si può fare tutto, i loro progetti valgono esattamente quanto quelli dei coetanei maschi e che non vale assolutamente la pena annullarsi. 
Che non vuol dire che questo sia un invito a eliminare l’amore dalla propria vita, ma a cercarne uno che lo corrisponda in pieno. 
Ieri parlavo con un’amica che mi raccontava della sua rinuncia, 
per far “contento” il marito, ad un lavoretto part-time. 
Sarebbe stata troppo fuori casa, secondo lui, e a lei ci avrebbe “ pensato lui”. 
Come sempre. 
Come nel medioevo. 
La frase che incornicerei è : Se lui ti dice: “rinuncia”, non ti ama.
L’indipendenza economica è sempre stata garanzia di libertà, 
l’indipendenza “di testa” sarà sempre a garanzia che l’ambizione si evolva, 
che i sogni si realizzino. 
E che le persone che non vogliono la tua felicità, 
restino fuori dalla tua vita.

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