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Antonietta è stata condannata all'ergastolo.

Un altro grido di dolore caduto nel vuoto. 
Lo stesso vuoto che ora per Antonietta, sarà la costante della sua vita. 
Lei, unica sopravvissuta di una famiglia di Latina sterminata, lei, ridotta in fin di vita da un marito che non accettava la separazione, 
lei che ora vivrà per sempre in una sorta di ergastolo emotivo dolorosissimo. 
Qualcuno commenterà che gli uomini non sono capaci di essere lasciati, 
che non riescono più a reagire alla sconfitta e al fallimento di un matrimonio. 
Ma alla luce di quanto è successo, per l’ennesima volta, ci si chiede che altro serviva per mettere in sicurezza questa donna e le sue figlie.  
Ogni giorno ci ritroviamo a sentire storie che potevano essere evitate, forse i giuristi, 
gli uomini di legge devono cambiare passo? 
Certo il cambiamento culturale è necessario ma quando un uomo, ha come unico suo bisogno l’annientamento della donna e la cancellazione del suo prodotto, i suoi figli, 
forse qualche domanda si pone: 
quest’uomo si sentiva forse al di sopra della legge? 
Il discorso non è se questo uomo si doveva fermare. 
Si poteva fermare, una società civile lo doveva e poteva fare.

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