Mi chiamo Laura, Laura Pausini”
In ogni paese del mondo che vai, se c’è una voce che tutti
riconoscono, quella è la sua.
Non conosce la terra dell’abbastanza, la nostra
Laura da Solarolo, Romagnola D.O.C ed ambasciatrice
di talento, bel canto e verità, non si è mai accontentata di essere una voce e
basta, ha cercato con tenacia di essere “ LA VOCE”, quella che nessuno può
scordare.
Non so se da piccola qualcuno le abbia chiesto di esprimere un
desiderio,
ma so che i suoi sogni da bambina, li ha realizzati tutti.
Ed è
quello che ogni donna dovrebbe fare, crederci,
ed impegnarsi a realizzarsi con
tutte se stesse.
Nella serie di quadri che compongono la sua vita artistica,
e
che gradualmente hanno mutato coloritura emotiva di quella che è diventata la “
Laura Internazionale”,
è ricostruita la lotta di tante donne che la cantano a
squarciagola ai suoi concerti,
mentre guidano la macchina,
nella quotidianità
di un rito scenico di resistenza e sacrificio.
Se la si osserva ora, donna di
successo con i piedi per terra ma sempre in volo,
si ritrova lo stesso sguardo
lucido e appassionato del suo primo Sanremo del 1993.
Quando impacciata,
orgogliosa e vera, diceva: mi chiamo
Laura, Laura Pausini.
In quel’affermare orgogliosa il suo nome,
c’era già la
voglia di essere,
c’era già l’autostima.
Un esempio per tante donne.
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