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in arte Morgan. Intervista ad un genio artistico

 

Morgan, lei è stato a Cattolica al MystFest per ricevere un premio importante dedicato ad un suo grande amico.

Questo premio è un onore per me. Quando ho saputo che Cattolica mi premiava ho ripensato che Pinketts aveva sempre con se un amico del cuore. Mi sono emozionato molto. Ho pensato che proprio il 1 agosto del 2005, io e lui avevamo suonato e cantato Modugno per tutta la notte, e pura coincidenza,, 15 anni dopo, ricevo un premio in suo onore. Davvero grato. Ho conosciuto Pinketts a Milano, abbiamo frequentato luoghi culturali per anni e mi è sempre stato molto caro, l’ho ritenuto sempre una figura di grande acume, un analista interessante soprattutto sui comportamenti umani. Aveva un approccio antropologico con le persone, uno studioso della psiche. Però devo anche rilevare un dato: era difficile comprarlo, orientarlo, come tutte le persone libere. E questo sta succedendo anche con me, A tratti ci sembrava di essere gli ultimi della società nel senso che non abbiamo avuto attenzione da parte di chi comanda, da chi può aiutare, finanziare, mettere nella posizione di creare, di lavorare serenamente. Come io mi definisco un “ Paria” come lo era Kerouac , Come Rimbaud, assorbire la poesia dalla natura, dalla strada dal popolo e non semplicemente perché la si studia dalla posizione di un accademico o di un privilegiato, no proprio perché ci si è buttati dentro e anche compromessi. Io ricordo con grande romanticismo questa nostra amicizia, un compagno di bohème. Passeggiare con lui era un qualcosa all’insegna della bellezza e dei versi. Era un estremista nel linguaggio, della cultura, Osceno direbbe Carmelo bene, fuori dalla scena. Era il poeta dell’inaccettabile.

 

"Essere Morgan. La casa gialla" è l’ultimo suo libro.

Si ma è solo in parte un’autobiografia, in realtà è il dramma della perdita della mia casa.

Cito uno frase di De Andrè nel suonatore Jones: un ridere rauco, e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.

Io ho pianti non solo rimpianti. La gioia e il dolore li sento molto. Io sento molto il dolore, e quando il dolore arriva io lo esprimo col pianto. Il rimpianto è un pianto per quello che è perduto, il rimpianto è inutile è il famosissimo piangersi addosso. Soprattutto è un momento transitorio, ma ci sono dei momenti della vita in cui il futuro non si vede, e li parte il rimpianto. E pensi a quante cose hai perduto, ho perduto amore, denaro, credibilità, stima. Io ho perduto la luce dello sguardo, quella l’ho perduta.

È molto severo con se stesso.

Io sono completamente vilipeso, sono considerato per il 2% di quello che in realtà valgo. E non è presunzione. Non trovo di essere compreso. Soprattutto in Italia. L’Italia non vive insieme alla creatività, vive insieme al denaro.

 

E dell’ingegno Romagnolo che mi dice.

La Romagna merita una medaglia. E non è piaggeria. L’Italia è piena di persone ospitali, ma a voi non vi batte nessuno. La Romagna Docet , è un’eccellenza, dove le persone hanno a che fare con il prossimo in maniera unica. Bisogna imparare da voi a relazionarsi. Sono le persone che fanno il bello o il brutto di un posto. Poi il genio di Fellini e Tonino Guerra, sono riusciti ad esprimere anche visivamente la capacità di mescolare. Nelle immagini di Fellini ci sono una quantità di informazioni apparentemente non connesse e discordanti tra loro, che lui riesce in un immagine ad abbracciare e a dare un senso di combinazione che funziona.

Quanto è surreale tutto questo?

Il surreale è uno stile che in Romagna funziona. Il sogno, il circo, le puttane, la religione, elementi di un’umanità  che Tonino Guerra e Fellini  hanno saputo far confluire in un qualcosa che si è concretizzato ed è volato per tutto il mondo. Ecco perché vi meritate una medaglia!

 

Rosalba Corti

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