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Mi manca mia sorella

Mia sorella mi manca tanto.
Un solco si è formato dentro me da quel giorno maledetto di un febbraio gelido.
Io odio febbraio, vorrei saltare da gennaio a marzo, stendermi di sonniferi e non viverlo quel mese.
Come odio Parma, la città che me l'ha portata via,
quando passo con il treno sul ponte del Po' guardo il fiume e spero in un improvvisa piena che mi travolga,
e in una sorta di oblio, saltare la stazione e arrivare a Reggio Emilia in un sol battito d'ali.
Niente è più uguale da quel giorno.
C'era un prima e ora c'è un dopo.
Quando ero piccola lei era molto protettiva con me, ricordo di aver fatto una rovinosa caduta con la bici, su un sentiero di montagna.
Avevo le ginocchia sbucciate, i gomiti sanguinanti da quel ruzzolone pazzesco, e sono rimasta lì, ad aspettare che qualcuno mi soccorresse.
E' venuta lei, mi ha preso in braccio e facendo un bel pezzo di strada, mi ha portata a casa.
Quando lei è morta la prima cosa che mi sono chiesta è stata:
chi mi riporterà a casa ora?
Ecco, la mia Manu era questo, il mio ritorno.

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