Ricevo spesso mail, per la mia rubrica sulla VOCE di RIMINI,
di donne che hanno un amico, diciamo così, "SPECIALE".
Uno che le fa star bene quel tanto che basta.
E mentre ammettono di godersi l'attimo si contraddicono e si fanno la fatidica domanda:
per loro, gli uomini, finisce tutto lì?
Segno che il momento non sanno goderselo, se si chiedono se solo loro, le donne, non sanno separare il sesso dall'amore.
Senza chiedersi se quei 3600 secondi "diversi" hanno comunque un senso.
Quindi credo che sia ingiusto spaccare il capello in 4 ad una storia, anche se una storia non è,
e dare ad una connotazione fisica ad una sensazione piacevole che si vive anche solo per poco.
Che sia di sesso o d'amore, che importa se poi per chi ne usufruisce è qualcosa d'importante?
C'è sempre bisogno di dare un nome ad una sensazione?
di donne che hanno un amico, diciamo così, "SPECIALE".
Uno che le fa star bene quel tanto che basta.
E mentre ammettono di godersi l'attimo si contraddicono e si fanno la fatidica domanda:
per loro, gli uomini, finisce tutto lì?
Segno che il momento non sanno goderselo, se si chiedono se solo loro, le donne, non sanno separare il sesso dall'amore.
Senza chiedersi se quei 3600 secondi "diversi" hanno comunque un senso.
Quindi credo che sia ingiusto spaccare il capello in 4 ad una storia, anche se una storia non è,
e dare ad una connotazione fisica ad una sensazione piacevole che si vive anche solo per poco.
Che sia di sesso o d'amore, che importa se poi per chi ne usufruisce è qualcosa d'importante?
C'è sempre bisogno di dare un nome ad una sensazione?
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